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Passo della Cisa


Gianni Nigro
Anni giovani
Passo della Cisa
1980

Passo della Cisa, come quando si tornava a Livorno, emozionati, chiusi nella Seicento, nell’odore nauseabondo di macchine, di curve, di motore. E non si arrivava mai e i chilometri si moltiplicavano col tempo.
Emozionati, perché avremmo respirato nuovamente i pini e il mare, e ritrovato mia nonna sempre più vecchia e più piccola, e mio nonno, e il gatto, i soffitti alti di Livorno. con la gente che parla sulle scale, nelle strade, con le luci elettriche già accese nelle stanze e fuori il tramonto e il cielo chiaro.
Tornare, a rivedere il sole orizzontale del tramonto d’inverno. E la macchina macinava, faticosamente, i chilometri e le curve, curve ossessive, tornanti.
Di quei giorni di viaggio resta l’eco, il ricordo vago, a squarci. Passo della Cisa: i luoghi sono quelli, cambiati di poco. C’è l’angolo fiorito che piacque a mia madre, con le margherite e un vecchio cancello; c’è il falsopiano in cui mio padre riempì un sacchetto di cellofan con le castagne.
Manca solamente la possibilità di ripercorrere quella strada in tre, assieme, come un tempo. Altra gente si è sovrapposta, le vie hanno preso altre direzioni.
Ritorno da solo al sul Passo della Cisa, come uno che ha tempo da perdere o non ha niente di meglio da fare. Gli altri non sanno, non comprendono, sinceramente non gliene importa niente e hanno ragione.
Ma io ritorno, nell’indifferenza degli altri, al Passo della Cisa, e per un attimo esiste solo l’erba e il cielo, e il vento lentissimo, tra gli alberi, e i monti illuminati dal sole di Marzo.
È strano: l’unico suono percepibile è il vento. Nell’infanzia era il rombo del motore penetrante nelle meningi, e mio padre che s’infuriava, perché guidando era ancora più nervoso del solito, e leticava con mia madre.
Non torneremo mai più tutti e tre assieme a Livorno. Ma del resto, non ha neanche molta importanza. A quei tempi non era affatto divertente: litigavano sempre e io soffrivo. Adesso ciascuno litiga con altra gente, io non c’entro più, ne sono fuori.





Ricordi lontani

Sole d'inverno
Onda vieni - 1980
A Livorno la voce rimbomba - 1980
Piccola farfalla - 1983
Sorriso dei Caraibi - 1985